Il neonato piange per esprimere un disagio, un fastidio, per fame, sonno, mal
di pancia, perchè è sporco e vuole essere cambiato o perchè ha bisogno di un po’ di coccole. Insomma, non ha altro modo per comunicare, quindi non può fare altrimenti. La mamma cerca di calmarlo in ogni modo, ma anche quando ogni suo bisogno è stato accontentato, il pianto continua e non si sa che fare. In aiuto, oltre all’amore e all’istinto, arrivano i preziosi consigli di Harvey Karp, il pediatra dello star system statunitense, ideatore del metodo delle 5 S.
Nel libro “Un bambino felice. Il nuovo modo per calmare il pianto dei vostri figli e aiutarli a dormire più a lungo”, il medico spiega come nei primi tre mesi di vita il bimbo continui ad avere il desiderio di sentirsi ancora sicuro e protetto nel grembo materno e viene quindi consolato da ciò che sembra riportarlo in quel posto accogliente e familiare. Ispirandosi a questa considerazione, propone le 5 S che vedremo nello specifico.
1. Swaddling. Fasciare il neonato. In questo modo il piccolo si sentirà ancora come contenuto nel grembo materno e si cquieterà come per magia.
2. Side/Stomach position. Posizionarlo sul fianco o sulla pancia. Una posizione a lui congeniale, simile a quella che assumeva prima della nascita. Ma non farlo dormire così nella culla per evitare rischi di soffocamento.
3. Shushing. Sussurrare “ssshh”. Ricorda il suono ovattato che il piccolo sente all’interno della pancia. A riprodurlo sono i “rumori bianchi” come quello dell’aspirapolvere o della lavatrice, ma, esistono anche app apposite.
4. Swinging. Cullarlo. Essere dondolato lo placa perchè gli ricorda il movimento dolce e costante che caratterizzava la sua esistenza prima della venuta al mondo.
5. Sucking. Succhiare il ciuccio o attaccarli al seno. Anche questo un gesto a lui familiare, riesce a consolarlo nella maggior parte dei casi.
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