Se recentemente hai discusso molto con tua madre, ti informiamo che ci sono studi che dimostrano che sei
uguale a lei! Ebbene si, sei identica a tua madre. Oggi ti spiegheremo il perché di questa strana affermazione riguardo il rapporto madre figlia.
Diciamo subito che per madre e figlia non è semplice andare d’accordo. Molte volte la relazione è condizionata da un accumulo di emozioni che si alternano e spesso senza alcuna razionalità.
In realtà mantenere un equilibrio è piuttosto difficile. Anche nei casi in cui figlie e mamme vanno d’amore e d’accordo, è assai frequente che il nervosismo di una delle due porti a mal interpretare qualche frase dell’altra e che la discussione si alteri.
Cosa si nasconde dietro il rapporto madre figlia?
La verità è che il rapporto conflittuale madre figlia non fa altro che rappresentare uno specchio tra l’una e l’altra. Uno studio recente condotto da alcuni psicologi ha rivelato che questo accade quando madre e figlia sono uguali. Non vi convince?
Ebbene si: madri e figlie hanno le stesse caratteristiche e quando ciò accade discutono, si arrabbiano, criticano in continuazione le cose che fanno. Secondo gli psicologi il motivo è semplice: una madre vuole sempre il meglio per i propri figli e vorrebbe continuare a proteggerli come hanno fatto quando erano ancora dei bambini. Ma quando raggiungono l’adolescenza i figli – e soprattutto le figlie – diventano ribelli, dicono bugie e non vogliono ascoltare i consigli dei genitori.
E qui arriviamo allo specchio. Lungi dal dire “Grazie mamma”, la figlia reagisce con un laconico “Me lo hai già detto… lo so…”, parlando oltretutto con tono offensivo. Questo ovviamente fa scaturire la “classica” risposta a tono della madre: “Allora non dire che non ti avevo avvertito” e la conseguente reazione avversa dell’altra non fa che peggiorare il rapporto conflittuale.
In questi botta e risposta si cela l’identificazione della mamma rispetto alla stessa dinamica già vissuta da piccola con la propria madre. Lei sa bene che la figlia, ignorando il consiglio così premuroso datele da chi le vuole bene, farà esattamente di testa sua, come del resto lei stessa aveva fatto anni prima.
Pensiamo ad esempio al caso della madre che cerca di mettere in guardia la propria figlia da una persona falsa. La mamma vorrebbe che il proprio bagaglio di vita possa essere di aiuto alla figlia soltanto attraverso le sue parole; in ciò dimentica che l’esperienza non si può trasferire e che ciascuno impara solo scontrandosi con la realtà.
Per la carica emotiva che la “mamma figlia” mette nelle sue parole, quando il suo consiglio viene ignorato attiva una reazione ai limiti della follia. Proprio allora la madre, memore di cosa ha fatto lei stessa in precedenza e indispettita da un atteggiamento della figlia che lei ben conosce perché le è appartenuto, conclude la discussione con il famoso “Io te l’ho detto” o “Fai come ti pare”.
La preoccupazione deriva da ciò che non abbiamo risolto
Le dinamiche del conflitto madre figlia sono oggetto da studi da anni e hanno condotto gli esperti in materia come la psicologa Marta Segrelles ad affermare che una madre litiga sempre con il bambino che le assomiglia di più.
Questa conclusione ha una ragione profonda. Tutto ciò che ci preoccupa degli altri è solo una proiezione di ciò che non siamo riusciti a risolvere su noi stessi. Ma allora cosa fare?
Una cosa è certa: ci saranno sempre discussioni tra figli e genitori, tra la voglia di proteggere dei grandi e la posizione di difensiva dei figli, piccoli o adulti che siano.
Quello che conta nel processo educativo è che i genitori riescano a risolvere i propri conflitti senza proiettarli sui propri figli; in questo modo potranno osservare più serenamente le scelte dei piccoli e questi altrettanto serenamente potranno fare tesoro dei loro consigli.
In altre parole dobbiamo essere spinti dall’idea che non vogliamo che i nostri figli trovino tutto già risolto nella loro vita; devono anche fare i propri errori, in modo che imparino dalle lezioni della vita e diventino più forti.
Nessun commento:
Posta un commento