Chi picchia un bambino può provocargli problemi di autostima, capacità relazionale,
risoluzione del dolore morale e delle frustrazioni, approccio alla conoscenza e alla scoperta del mondo, capacità di gestire la rabbia e razionalizzare i sentimenti sono tutte facoltà che vengono compromesse dall’educazione violenta e punitiva.
Ogni volta che si affronta questo argomento “picchiare o non picchiare i bambini” c'è un adulto di turno che afferma il proprio convincimento impositivo e esperienziale:
“Io sono cresciuto a pane e schiaffi eppure sono educatissimo”,
“Se l’avevi combinata grossa ti toccava subirla, non si chiamava violenza ma educazione”, “Adesso i figli sono tutti scostumati, la colpa è dei genitori che non li picchiano”.
Ebbene, l’assunto che picchiare i bambini causa disturbi del comportamento e anche dell’apprendimento non è affatto un’invenzione di genitori lassisti, permissivi o incapaci; nel 1° secolo d.C lo diceva già Pseudo Plutarco il cui testo “De Liberis educandis” è tra i testi cristiani di pedagogia e educazioni considerati “classici”, cioè pietre miliari del sapere pedagogico.
PICCHIARE I BAMBINI: SÌ O NO?
Picchiare i bambini è un atto medievale, anzi istintuale e apparteneva a quelle educazioni e società che ancora non erano transitate per il filtro critico della accettazione e considerazione dell’individuo in quanto “persona”, se vogliamo a ancora non erano transitate anche attraverso il filtro della moralità.
Basti pensare che picchiavano con la frusta i sumeri nelle scuole degli scribi e siamo alle origini della scrittura e della civiltà. Con l’avvento del cristianesimo (intendetelo qui come percorso di evoluzione storica e non sotto un profilo religioso) l’uomo si avvia verso le grandi rivoluzioni dei valori e incomincia a riconoscere dignità all’individuo, anche al più piccolo e indifeso.
La violenza fa parte della storia dell’uomo, tuttavia il suo superamento non è stato casuale: la morale, l’evoluzione dei costumi e dei valori ci hanno consentito di distinguerci e allontanarci dal mondo animale scoprendo che ci sono altri modi per esprimere se stessi, questo percorso non può escludere l’educazione.
Pseudo Plutarco è stato uno dei primi autori a richiamare i genitori alla responsabilità verso i figli (la moderna responsabilità genitoriale).
E’ facile dare una risposta a queste domande: i bambini spessissimo morivano, la mortalità infantile è rimasta alta fino al 500, questa esposizione alla morte dei piccoli metteva gli adulti in una posizione di difesa psicologica per cui tendevano a non affezionarsi o ad affezionassi ai figli con molta moderazione.
Pseudo Plutarco è il primo tra gli autori classici a richiamare gli adulti alla responsabilità genitoriale nella considerazione di essere parte di un processo formativo in cui del fanciullo va preservata la purezza aiutandolo a diventare un uomo civile.
Tutti gli autori classici diranno che le punizioni corporali non servono ad altro che a minimizzare la fiducia del bambino nell’adulto sminuendone il ruolo di guida: il bimbo non deve temere il genitore, all’opposto deve fidarsi di lui e deve dimostrarsi propenso a seguirlo.
Il concetto di cura si sostituisce a quello di imposizione e picchiare i bambini non ha nulla a che fare con la cura
Picchiare, che sia anche “solo” uno schiaffo,vuol dire dimostrare che nella vita vince l’animale più forte e che le controversie si risolvono con la paura.
La paura non è, però, cognizione, cioè non motiva il bambino ad agire secondo il bene e sulla base di un concetto acquisito, essa semplicemente ferma un comportamento pericoloso: il bimbo non capisce dove e perché sta sbagliando, capisce solo che non può proseguire con quell’azione o con quel comportamento perché, ora e adesso, quel determinato agire lo ha esposto al pericolo di subire la violenza del genitore.
A fronte del fatto che picchiare il bambino non determina alcuna cognizione positiva nei figli, è molto facile che il bimbo punito o picchiato torni a ripetere il medesimo comportamento in futuro.
Il risultato è, dunque, un genitore sempre più aggressivo e un bambino sempre più capriccioso, arrabbiato e incapace di distinguere il bene dal male.
- Picchiare i bambini è destabilizzante per il figlio: le percosse gli rendono non possibile la comprensione dell’errore;
- Picchiare i bambini è mortificante perché ghettizza il figlio in una posizione di inferiorità in cui non può nulla se non subire;
- Picchiare i bambini declina il rapporto genitore figlio nel nome dei verbi soffrire, tacere, smettere.
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