Gestire i figli, soprattutto quando sono piccoli, si rivela in alcuni periodi molto complicato:
avete presente quella fase in cui qualsiasi occasione è buona per iniziare un capriccio? I genitori sono messi a dura prova quando si presenta la necessità di dover far ragionare un bambino proprio nel momento in cui tutto appare così irrazionale.
La soluzione alla fase "capriccio facile" non è il rimprovero, la punizione o l'indifferenza, che al contrario portano il bambino ad amplificare la propria rabbia. Sebbene sembri ingestibile, un modo per superare questo comportamento c'è e lo conosciamo attraverso l'esperienza di una mamma che, con una sola domanda, ha capito come riportare i figli capricciosi in uno stato di calma.
La domanda per far tornare tutto alla calma.
Questa mamma ricorda bene quel periodo in cui la figlia instaurava un capriccio quasi per tutto e ad ogni momento. Nel suo caso, questo comportamento è nato subito dopo l'iscrizione alla scuola, ma non c'è un periodo preciso in cui il bambino può svilupparlo.
A darle una mano è stata la psicologa dell'Istituto, che le ha consigliato di provare a riportare la figlia ad uno stato di calma attraverso una semplice domanda. Il segreto è mettere il bambino in condizioni di analizzare il proprio comportamento e comprenderne l'insignificanza.
La domanda che dovrebbe essere posta ai bambini, che per qualche motivo hanno iniziato a fare i capricci troppo spesso, è: "È un problema grande, medio o piccolo?". Sebbene molto piccoli i bambini hanno la capacità di distinguere la gravità di un problema, pertanto capaci di dare una risposta.
Il metodo non finisce qui: bisogna prendere seriamente la risposta del bambino, qualunque essa sia. Bisogna fargli capire che i problemi grandi sono quelli che NON hanno soluzione, quelli medi richiedono una riflessione più attenta e quelli piccoli sono di immediata risoluzione. Sarà lui stesso a capirne l'entità in base alla possibilità o meno di trovare una soluzione.
Lasciategli il tempo di trovare da solo il modo più opportuno di agire, non mettendogli fretta o anticipando le sue parole. È un cammino che all'inizio sarà tortuoso, ma che il bambino riuscirà a far proprio in poco tempo.
La mamma racconta di aver sperimentato immediatamente i benefici di questo approccio: un giorno la figlia ha iniziato a piangere in modo isterico per non aver nell'armadio il paio di pantaloni preferito, che erano ancora stesi ad asciugare. Dopo aver iniziato a piangere la madre le ha chiesto: "Alice, questo è un problema grande, medio o di piccole dimensioni?".
Quando la bambina le ha risposto che dopo tutto si stava arrabbiando per nulla, le ha chiesto quale fosse allora la soluzione più giusta da seguire: senza esitazioni lei le ha detto che avrebbe potuto prendere un altro paio di pantaloni, e che avrebbe indossato quello preferito il giorno dopo.
La reazione dei genitori a questo tipo di comportamento è troppo spesso quella più sbagliata: rabbia nei confronti dei bambini, punizioni insensate oppure indifferenza. Niente di tutto questo porta benefici, ed anzi innesca meccanismi di ribellione e protagonismo nei bambini.
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