Voleva abortire Katalina Erzsebet Bradac, la mamma del piccolo Alex ucciso lo scorso primo ottobre in provincia di Perugia.
La donna si sarebbe confidata con un'amica prima della nascita del piccolo dicendo che non poteva più abortire perché ormai aveva superato la 14esima settimana: «Ora solo se il feto è malato. Ma purtroppo sarebbe meglio», scrive in una chat come riporta Il Messaggero.
Poi però sui social, subito dopo la nascita di Alex, pubblica in modo compulsivo le foto del suo bambino e teneri momenti familiari anche con l'ex. Un quadretto familiare che però si interrompe pochi mesi dopo, come mostra la stessa donna sempre su Facebook quando, nel commentare una delle foto di Norbert, il papà del bimbo, scrive: «Come si può chiamare quella persona che mette incinta quella donna che non ama per toglierle il bambino? Lo ha confessato proprio oggi. Come si chiama una persona così?». Pare quindi che l'uomo le avesse detto che in realtà non l'amava e poco dopo la stessa Katalina pubblica delle chat in cui l'ex chiede il test di paternità.
Sembra dunque che il piccolo Alex non sia stato un figlio voluto, a quanto pare da nessuno dei due genitori. Il bambino sarebbe arrivato in un momento di crisi tra la coppia e nelle chat con la sua amica la donna prova a far ragionare Katalina chiedendole di parlare con l'ex ma lei si rifiuta.
A due anni da quelle conversazioni però la mamma ha ucciso il figlio, scrivendo all'ex di averlo fatto in modo che non sarebbe più appartenuto a nessuno dei due. Sembra essere sempre più chiaro che il motivo alla base del delitto sia la vendetta verso il compagno, ma sono in corso delle indagini a riguardo. Pare che la donna da anni soffra di disturbi psichiatrici, mentre dal canto suo l'imputata continua a negare le sue responsabilità nella morte del figlio dicendo di averlo trovato morto dopo essersi allontanata per qualche minuto.
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