Il parto è il momento più meraviglioso nella vita di una donna. Si tratta dell’unico appuntamento al buio che vi garantisce di farvi conoscere l’amore della vostra vita.
Ma è anche un momento particolarissimo: oggi vogliamo parlarvi di alcune interessantissime curiosità sul parto.Il momento della nascita di vostro figlio è una magia in grado di far trasfigurare il travaglio e il dolore nell’amore più puro. Si tratta di un momento sacro, durante il quale iniziano a stringersi i legami più immacolati, incrollabili ed eterni. Esistono alcune curiosità sul parto che dovreste conoscere.
Tuttavia, questo argomento è circondato da un’infinità di leggende, non tutte le quali sono vere. La realtà è che su questo tema è stata diffusa, nel corso degli anni, una grande disinformazione. Per questa ragione, in questo articolo di Siamo Mamme desideriamo raccontarvi alcune curiosità su questo grande evento che ha luogo nella vita di ogni famiglia.
Curiosità sul momento che precede il parto
- Misure di dilatazione. Non esiste, nel momento del parto, quel fenomeno conosciuto sotto il nome di “dilatazione di 5 dita”. Questa dilatazione si misura, infatti, con una o due dita. A partire da qui iniziano a essere presi in considerazione i centimetri, fino ad arrivare ai 10 cm.
- Tempi di dilatazione. In ostetricia si dice che, salvo eccezioni, “non esiste una donna che non dilati”. In definitiva, si può concludere che esistono invece professionisti poco pazienti, quando arriva il momento di adeguarsi ai tempi della fisiologia corretta di un parto.
- Non è vero che l’utero presenta scarsa ossigenazione. In realtà, presenta la SaO2 materna, tranne che in alcune circostanze specifiche.
- Che cos’è che si dilata davvero? Comunemente si dice che sia la vagina a dilatarsi, ma si tratta di un errore grossolano. Ciò che in realtà deve “ingrandirsi” è il collo dell’utero. Infatti, il canale vaginale è formato da un tessuto elastico, che, al momento della nascita, si “stira”, per poi tornare a riguadagnare la propria forma originale.
- Il “parto asciutto”: è possibile? Quando la futura mamma rompe le membrane, il bebè continua a produrre liquido amniotico attraverso l’urina. Inoltre, la posizione e l’ubicazione della sua testolina fanno da tappo, che chiude temporaneamente il collo dell’utero. Quindi, il bambino si trova sempre immerso nel liquido amniotico.
- Bere liquido amniotico o inghiottire meconio comporta un rischio per il bebè? Ingoiare meconio non comporta di per sé un rischio, ma la sua presenza indica sofferenza fetale, e la sua aspirazione durante il parto rappresenta un problema che deve essere trattato tempestivamente.
- È il feto che decide quando arrivare. Generalmente, chi determina l’inizio del travaglio del parto è il bebè. Quando l’ultimo organo che deve giungere a maturazione (il polmone) è pronto, espelle una sostanza nel liquido amniotico. Questo fenomeno provoca una reazione da parte della donna. Quindi, se il bambino non arriva, semplicemente non è ancora pronto, al di là di quella che è la sua età gestazionale.
- “È nato cianotico perché è arrivato in ritardo”. Grande leggenda. In realtà, tutti i bebè vengono al mondo presentando questa colorazione, in misura maggiore o minore.
- Il tanto temuto ittero fisiologico. Sapevate che dopo il parto tutti i neonati lo presentano, in misura maggiore o minore? parliamo del colore giallastro della pelle e degli occhi. In maniera naturale e graduale, il fegato inizia a metabolizzare la bilirubina e, di conseguenza, il colore si normalizza. Sono molto pochi i casi che richiedono l’impiego di un bagno di luce.
- Il test di Apgar. Consiste in un punteggio che viene assegnato al neonato. Si tratta di misurazioni che possono essere eseguite tranquillamente mentre viene consentito il contatto pelle a pelle con la madre. Il primo punteggio viene assegnato dopo un un minuto di vita, mentre il secondo (che riflette l’evoluzione delle condizioni del bambino) dopo cinque minuti. Un punteggio superiore a 7 è considerato ottimo.
- Generalmente, il cordone ombelicale viene tagliato prima che il bebè venga affidato alle braccia della madre. Il che non significa che il pediatra desideri ritardare l’arrivo di questo momento, ma che sta agendo nel modo migliore possibile per proteggere la salute del piccolo. Esistono studi scientifici che dimostrano che è opportuno praticare il taglio quando cessano le pulsazioni.
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