L’assegno unico per figli del 2022 è un contributo mensile che verrà erogato a partire da marzo 2022, ma le cui domande potranno essere inviate già dal 1° gennaio 2022.
E secondo quanto si legge nel decreto legislativo, le domande entro giugno 2022 daranno comunque diritto anche agli arretrati.
L’accesso all’assegno è riconosciuto per ogni figlio a carico:
- per i minorenni (a partire dal settimo mese di gravidanza) si può raggiungere un tetto massimo di 175 euro al mese;
- 85 euro per i maggiorenni tra i 18 e i 21 anni;
- infine per ciascun figlio con disabilità a carico, senza limiti di età.
Per poter accedere alla misura è necessario che i figli a carico della rispondano a questi requisiti:
- frequentino un corso di formazione scolastica o professionale o un corso di laurea;
- svolgano un tirocinio o un’attività lavorativa e possiedano un reddito complessivo inferiore a 8.000 euro annui;
- siano registrati come disoccupati e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego;
- svolgano il servizio civile universale.
Come anticipato, gli importi di 175 e 85 euro mensili sono i tetti massimi garantiti a chi ha un ISEE inferiore a 15.000 euro.
Se invece l’ISEE supera questa soglia l’assegno scende progressivamente fino a quando si raggiungono i 40mila euro e viene riconosciuto a tutti un importo pari a 50 euro al mese per figlio.
La differenza rispetto a quanto accadeva in precedenza sta nel fatto che se prima il lavoratore dipendente si vedeva assegnati direttamente in busta paga gli assegni familiari e le detrazioni fiscali legate ai figli, oggi deve presentare insieme alla domanda per l’assegno unico anche un ISEE compilato. Si tratta di una misura volta limitare le distorsioni legate all’evasione fiscale.
Tuttavia, chi deciderà di presentare la domanda senza allegare l’ISEE riceverà comunque l’assegno calcolato al minimo dell’importo.
Potranno richiederlo tutti i residenti in Italia da almeno due anni, compresi i cittadini extracomunitari.
Deve però essere rispettato almeno uno dei seguenti requisiti:
- essere cittadino italiano o di uno Stato membro dell’Unione Europea, o suo familiare;
- essere soggetto al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia (IRPEF);
- essere residente e domiciliato, insieme con i figli a carico, in Italia per la durata del beneficio;
- essere stato o essere residente in Italia per almeno due anni, anche non continuativi, oppure essere titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato, o a tempo determinato di durata almeno biennale.
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