Continuano le indagini su Alessia Pifferi, la mamma della piccola Diana, lasciata morire sola di fame e sete in casa sua a soli 16 mesi di vita.
La storia della madre della giovanissima vittima nasconde ancora molte ombre, per questo gli agenti della Squadra Mobile di Milano stanno cercando di individuare il padre della bimba anche attraverso le chat della donna.L'autopsia sul corpicino di Diana
Dai primi esiti dell'autopsia sul corpo della piccola Diana, la bimba di un anno e mezzo lasciata dalla madre Alessia Pifferi per 6 giorni in casa da sola, non è emersa alcuna causa evidente della morte e, dunque, i medici, a quanto si è saputo, si sono riservati di fornire risposte più precise solo quando avranno a disposizione parametri certi dagli ulteriori accertamenti.
Ossia, ci vorranno alcun settimane per una prima relazione degli esperti, nominati nell'inchiesta della Squadra mobile, coordinata dal pm di Milano Francesco De Tommasi.
Sarà comunque difficile, da quanto si è appreso, individuare una causa precisa della morte avvenuta, già stando ai primi accertamenti, per stenti. Decisivi saranno, però, anche gli esti delle analisi della Polizia scientifica sul latte del biberon, trovato accanto alla piccola, per accertare se contesse benzodiazepine (c'era una boccetta di tranquillante in casa) fatte assumere, questo è il sospetto, dalla 37enne alla figlia. Intanto, il quadro probatorio per la Procura è talmente solido che si arriverà probabilmente nei prossimi mesi ad una richiesta di processo con rito immediato per omicidio volontario pluriaggravato a carico della donna.
Si interrogano anche i vicini per avere maggiori informazioni sulla vita della donna, ma non si scarta l'ipotesi che il padre biologio di Diana non sapesse nemmeno della sua esistenza. Intanto si cerca di ricostruire la precisa causa del decesso e capire se la donna avrebbe somministrato o meno i calmanti alla bimba. Un elemento fondamentale per capire se i vicini possano o meno aver sentito il pianto della giovanissima vittima.
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