In via Parea sul cancello verde del civico 16 sono apparsi dei palloncini bianchi a forma di cuore. Sopra c'è una scritta:Diana.
La bambina di 16 mesi morta di stenti in un lettino da campeggio nella casa in cui la mamma Alessia Pifferi l'ha abbandonata per sei giorni. Se si alza lo sguardo, si possono ancora vedere i suoi abitini rosa stesi ad asciugare.Una bimba esile
Nel quartiere Lambro di Milano insieme allo sgomento ci sono voci contrastanti su quella donna di 37 anni che ora è accusata di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e premeditazione. C'è chi dice che non giocasse mai con la bambina il cui padre è al momento sconosciuto e chi invece la dipinge come una madre affettuosa: «La bimba era sorridente, salutava», racconta una vicina a Fanpage. Ma era anche «magrolina ma bella», dicono ancora. Come riporta Il Giorno, in via Parea si parla di una bambina «che nessuno ha mai visto camminare» e che la madre portava sempre in giro con il passeggino. Sul suo stato di salute e sulla circostanza, sempre indicata dal quotidiano, che la piccola non sarebbe mai stata visitata da un pediatra sarà ora l'autopsia a fare chiarezza.
Alessia Pifferi, neanche una lacrima
Le ultime ore da mamma
Giovedì 14 luglio la 37enne ha cambiato il pannolino alla figlia, le ha lasciato il biberon pieno vicino alla culla e le ha voltato le spalle. Per circa 160 ore ha finto che la piccola fosse al mare - questa la bugia raccontata al nuovo compagno con cui ha trascorso le sue giornate - poi l'altroieri sera, mercoledì 20 luglio, è rientrata a casa e l'ha trovata senza vita. «Morta di stenti», a dire degli inquirenti. È andata dalla vicina ed è scattato l'allarme: le indagini della squadra Mobile e della polizia Scientifica, coordinate dal pm di turno, sono state rapide. Le incongruenze nell'interrogatorio e lo stato di abbandono della bimba non hanno lasciato dubbi. Il fermo della 37enne dovrà essere convalidato dal gip dopo l'interrogatorio di convalida
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