Lo hanno torturato per mesi, in ogni modo possibile. Fino a ucciderlo. Sebastian aveva solo 15 anni, era un ragazzo timido ma educato, ed è stato ucciso da chi avrebbe dovuto proteggerlo.
Quanto accaduto nello scorso agosto a Huddersfield, nel Regno Unito, è stato solo il culmine di un vortice di violenze senza senso. Sebastian Kalinowski è stato torturato per mesi, e poi ucciso, dalla madre Agnieszka e dal patrigno, Andrzej Latoszewski, entrambi 36enni. Per diverso tempo, il 15enne era stato costretto a subire violenze di ogni tipo: calci, pugni, frustato con un cavo e addirittura bastonato con una doga del letto o con le stecche del corrimano. Ma anche ferito con aghi, costretto a mangiare e a fare duri allenamenti con la forza. Fino a quando, il 13 agosto 2021, dopo aver riportato fratture multiple alle costole in seguito all'ennesimo pestaggio, la sepsi e alcuni danni agli organi vitali non lo avevano portato alla morte.
La coppia è stata processata per omicidio volontario, anche se entrambi respingono l'accusa. La madre ha ammesso solo i maltrattamenti, mentre i legali del patrigno di Sebastian sostengono che l'omicidio sia di tipo colposo. Lo riporta Metro.co.uk. In tribunale, poi, la coppia ha finito per accusarsi a vicenda. In particolare, Agnieszka ha spiegato di essere stata soggiogata dal compagno, maniaco del controllo, e di aver colpito il figlio più delicatamente rispetto ad Andrzej, dotato di un fisico molto robusto e possente grazie al bodybuilding e alla Muay Thai che pratica da tempo.
I giudici, però, non hanno creduto alla versione della donna. Anzi, secondo loro la madre di Sebastian avrebbe incoraggiato il compagno a maltrattare il figlio. E le telecamere a circuito chiuso che la coppia che aveva fatto installare per tenere sotto controllo Sebastian si sono rivelate un'arma a doppio taglio. Proprio le registrazioni video hanno permesso di appurare le incredibili violenze subite dal 15enne: la madre lo teneva fermo, il patrigno lo colpiva duramente. Sulla posizione della madre potrebbe aver pesato anche una dichiarazione resa dalla donna ai giudici con una naturalezza sconcertante: «Picchiare il proprio figlio, anche con schiaffi e pugni in faccia, è una punizione molto comune». Il patrigno di Sebastian, invece, si era giustificato così: «Volevo punirlo come è giusto che sia, sono andato oltre perché mi manca l'esperienza da genitore».
La storia di Sebastian è molto complicata. Fino a due anni fa, il ragazzo aveva vissuto in Polonia, dove era nato e cresciuto insieme al padre. Poi, nel 2020, si era trasferito in Gran Bretagna per stare con la madre. Per Agneszka e il suo compagno Sebastian era disobbediente e poco interessato alla scuola, anche se le insegnanti lo descrivono come uno studente modello e un ragazzo timido, ma educato.
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