Una maestra d'asilo, accusata di maltrattamenti ai danni di un bambino, è stata sospesa per quattro mesi dall'insegnamento. Succede a Isernia: la misura cautelare è stata disposta dal gip ed eseguita dai carabinieri dopo un'indagine coordinata dal procuratore Carlo Fucci.
Secondo quanto reso noto da Fucci in conferenza stampa i genitori avevano saputo dal bambino dei maltrattamenti e notavano in lui uno stato di malessere. Da qui la denuncia in caserma e gli accertamenti tecnici, anche con l'utilizzo di telecamere nella scuola che hanno documentato, per un mese, una quarantina di episodi significativi, tra cui minacce della maestra e l'istigazione dei compagni contro la vittima.
La vicenda risale ad alcuni mesi fa, quando la madre del bambino aveva notato «crisi di pianto, incubi notturni, stati di paura che lo facevano svegliare dal sonno urlando e piangendo». E ancora quando il bambino, in seguito a tale stato di malessere, alla madre aveva raccontato che «la maestra, quando stava a scuola, lo picchiava». Sono alcuni dei particolari resi noti in conferenza stampa dal Procuratore Carlo Fucci e dal Colonnello dei Cc del Comando Provinciale di Isernia, Vincenzo Maresca, e che hanno fatto attivare il 'Codice Rosso' quando in caserma si è recata la donna, insieme al padre del bambino, per denunciare in particolare un episodio di cui era stata testimone.
La mamma, «nel recarsi presso l'istituto scolastico, aveva visto la maestra in questione rincorrere tra i banchi della classe il figlio che una volta raggiunto veniva afferrato, messo a testa in giù e percosso con uno schiaffo sul sedere. Dopo che il bambino riusciva a sottrarsi all'insegnante veniva nuovamente raggiunto da quest'ultima che agitava le mani verso il minore, come se lo stesse percuotendo, urlandogli che doveva andare via dalla classe». Le intercettazioni ambientali e le telecamere, che gli investigatori hanno installato nella scuola, hanno fatto emergere «gravi indizi di colpevolezza in capo all'insegnante, poiché venivano captati 42 episodi significativi: espressioni ingiuriose e intimidatorie verso il bambino e l'istigazione dei compagni di classe alla violenza nei confronti del bambino».
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