La salma del piccolo Carlo Mattia non si trovava, era irreperibile, ed anche celebrare il funerale del neonato morto, soffocato nel letto della mamma, all'ospedale Pertini di Roma, lo scorso 8 gennaio, è stato pieno di complicazioni.
I genitori del bimbo, infatti, non erano stati avvisati da nessuno, neanche del trasferimento del cadavere dal Pertini al Policlinico Umberto I.
Le esequie di Carlo Mattia, dunque, sono state celebrate con una settimana di ritardo, a causa della burocrazia e di presunte negligenze da parte di chi avrebbe dovuto, per estremo riguardo nei confronti del dolore dei due genitori, rendere tutto più semplice e senza problemi, scrive La Repubblica.
Dopo aver eseguito l’autopsia, il 13 gennaio scorso, infatti, la salma del neonato è stata spostata all’Umberto I «senza che i genitori venissero informati», scrivono gli avvocati Alessandro Palombi e Michela Tocci nella denuncia presentata in procura dai genitori. Per celebrare i funerali del neonato morto, i genitori si sono rivolti ad un'agenzia funebre, che quando ha richiesto i documenti necessari per il rilascio della salma, è stato scoperto che il Pertini ancora «non aveva comunicato all’anagrafe la richiesta di registrazione del neonato». Un ulteriore atto di superficialità da parte dell'apparato amministrativo dell'ospedale della capitale.
Solo lo scorso 20 gennaio, si è potuto celebrare l'ultimo saluto al piccolo Carlo Mattia, con una settimana di ritardo, rispetto al previsto e dopo l'esame autoptico. Nella denuncia presentata alla Procura di Roma, con le indagini in corso per omicidio colposo a carico di ignoti, emergono anche altri dettagli sulla tragedia.
La donna, stremata dal travaglio, più volte aveva chiesto sostegno al personale dell'ospedale, ma le sarebbe stato suggerito che «se il bambino avesse pianto, sarebbe stato opportuno tenerlo a letto con me», ha raccontato la mamma di Carlo Mattia.
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