Uccide le sue tre figlie dicendo di volerle proteggere dal padre.
Liliana Carrillo, 30 anni, ha confessato di aver annegato le sue figlie Joanna, di tre anni, Terry, di due e Sierra, di appena sei mesi, sostenendo di averlo fatto per proteggerle dal loro papà. La donna era convinta che l'uomo fosse un trafficante di esseri umani e che un giorno avrebbe abusato di loro per i suoi interessi.
La donna, della California, ha ammesso le sue colpe durante l'interrogatorio in carcere. Secondo quanto riporta il Daily Mail ha detto di averle annegate in modo dolce, per poter dar loro una morte serena, temendo per il futuro e quello che avrebbe potuto fare il padre. «Ho promesso loro quando sono nati che le avrei protette. Le ho abbracciate e baciate e mi sono scusata per tutto il tempo mentre li affogavo», ha dichiarato la donna, «Ho amato le mie figlie. Avrei preferito non fare quello che ho fatto, ma ho preferito questo alle torture e ai maltrattamenti che avrebbero subito per tutta la vita».
Le bambine sono state trovate morte in casa dalla donna, mentre della mamma non c'erano tracce. La polizia ha subito avviato le indagini e in poche ore la donna è stata rintracciata. Secondo le perizie la mamma avrebbe sofferto di una grave depressione post partum, a seguito della nascita della sua ultima bambina. La 30enne aveva iniziato una terapia che però ha interrotto per iniziare a curarsi con la marijuana.
Sui social scriveva che non avrebbe mai voluto avere figli e le persone che la conoscevano confermano che da mesi soffriva di gravi disturbi di ansia. Secondo quanto affermato dalla donna avrebbe iniziato a notare segni di violenza su una delle bambine e ha chiesto aiuto senza ottenerlo, la paura di non essere creduta e che le figlie fossero vittime di violenze l'avrebbero spinta a compiere il gesto estremo.
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