Alessia Pifferi, la donna accusata di omicidio aggravato per aver lasciato morire di stenti la figlia Diana di quasi un anno e mezzo ha un «gravissimo ritardo mentale» pari a un quoziente intellettivo di «una bimba di 7 anni. Hanno messo una bambina in mano a una bambina».
A spiegarlo è Alessia Pontenani, legale della 37enne, in base ai risultati degli ultimi accertamenti medici svolti nel carcere di San Vittore e della consulenza di parte, al termine dell'udienza di oggi. La Corte d'Assise di Milano si è riservata di disporre una perizia sulle condizioni psichiche della donna all'epoca dei fatti all'esito dell'istruttoria dibattimentale.
«I miei consulenti, il mio psichiatra hanno detto che la signora ha il quoziente intellettivo di una bambina di sette anni. Hanno lasciato in mano una bambina a un'altra bambina», ha detto la legale. «Ha un grave ritardo mentale, ha un quoziente intellettivo di quaranta» aggiunge il difensore che ha depositato documenti che vanno nella direzione di una richiesta di perizia psichiatrica per valutare la capacità di intendere e volere al momento dei fatti per la 37enne, accusata di aver abbandonato la neonata per ben sei giorni. «Era circondata da persone che non si sono rese conto di quello che stava accadendo e lei non è stata in grado di gestire sua figlia che ora le manca. È disperata perché lei non c'è» conclude il difensore, al termine dell'udienza. Si tornerà in aula il 23 maggio prossimo.
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