C'è e chi è il complice di Impagnatiello? Le indagini sull'omicidio di Giulia Tramontano, uccisa sabato sera scorso da Alessandro Impagnatiello, il fidanzato reo confesso e padre del figlio che la giovane aveva in grembo, stanno proseguendo a ritmo serrato per accertare, non solo gli spostamenti dell'uomo successivi all'accoltellamento, ma anche per verificare se abbia avuto o meno un complice.
Inquirenti e investigatori hanno molti dubbi sul fatto che il 30enne, ora in carcere a San Vittore, si sia sbarazzato del corpo senza vita di Giulia da solo. Per questo, tra le varie attività di indagine, i carabinieri del nucleo investigativo assieme ai loro colleghi della compagnia di Rho, stanno recuperando i video di tutte le telecamere di sorveglianza di Senago, il comune del Milanese dove la coppia viveva e dove è avvenuto il delitto e nascosto il cadavere, per poi analizzare le immagini.
L'autopsia, invece, dovrebbe essere disposta a partire dalla prossima settimana e dovrebbe essere effettuata da Cristina Cattaneo, l'anatomo patologa a cui sono stati affidati in passato parecchi casi di rilievo, come quello di Yara Gambirasio.
«Giulia sei bellissima in tutte le foto che le persone riportano. E' difficile trovare una foto in cui tu non splenda. Hai il viso di chi non conosce cattiveria. Troppo ingenua per capire in che trappola ti trovassi. Ma ti guardo in questa foto e penso a quanto Thiago ti potesse somigliare». sono le parole postate sui social da Chiara Tramontano, la sorella di Giulia uccisa al settimo mese di gravidanza dal fidanzato Alessandro Impagnatiello, in merito alla raccolta fondi lanciata dai alcuni suoi colleghi dell'Istituto Italiano di Tecnologia. I fondi saranno destinati in parte all'associazione Penelope e per altre iniziative contro la violenza di genere.
Chiara Tramontano, riferendosi al nipotino che avrebbe dovuto nascere, ha aggiunto: «avrebbe preso i tuoi occhi, questi occhi mi tormenteranno per sempre. Non potrebbe esserci immagine più bella per questa raccolta fondi. Questa foto - ha aggiunto riferendosi all'immagine di Giulia allegata al testo - esprime tutta la tua bontà d'animo e tenerezza, la stessa che ha guidato l'apertura di questa bella iniziativa».
I carabinieri del nucleo investigativo di Milano e i colleghi della compagnia di Rho stanno raccogliendo le immagini delle telecamere di videosorveglianza di Senago, il comune alle porte di Milano dove lo scorso sabato Giulia Tramontano è stata uccisa dal compagno Alessandro Impagnatiello. L'obiettivo - a quanto si apprende - è duplice: da un lato quello di verificare che il barman 30enne non abbia avuto complici e dall'altro ricostruire con esattezza gli spostamenti dell'uomo, che ha confessato di aver ucciso Giulia la sera dello scorso sabato all'interno del loro appartamento di Senago e di averne poi inscenato e denunciato la scomparsa, mentre tentava di disfarsi del corpo, dandolo due volte alle fiamme e poi nascondendolo in garage, nel bagagliaio dell'auto e infine in un'intercapedine in un'area dismessa, dove su sua indicazione i carabinieri lo hanno trovato nella notte tra mercoledì e giovedì.
Le immagini potranno quindi chiarire se aderisca al vero il racconto di Impagnatiello, che - scrivono l'aggiunta Letizia Mannella e la pm Alessia Menegazzo nel decreto di fermo - «ha dimostrato di essere in grado di mentire ripetutamente e di cambiare più volte versione dei fatti». Il 30enne ha sostenuto anche questa mattina durante l'interrogatorio di convalida del fermo davanti al gip Angela Minerva di ucciso Giulia e di averne occultato il cadavere da solo, senza l'aiuto di complici.
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