Kata non si trova. Hanno dato esito negativo i controlli effettuati ieri sera dai carabinieri con le unità cinofile a Firenze, in via Monteverdi, in alcuni alloggi Inpdap occupati, a poche centinaia di metri dall'ex hotel Astor, l'edificio a sua volta occupato, dove viveva con la famiglia Mia Kataleya Chicllo Alvarez, la bambina di origine peruviana di 5 anni della quale non si hanno più notizie dal primo pomeriggio di sabato 10 giugno.
Sulla vicenda indagano i carabinieri, coordinati dai pubblici ministeri Giuseppe Ledda e Christine Von Borries della Dda di Firenze, titolari del fascicolo aperto per l'ipotesi di reato di sequestro di persona a scopo di estorsione.
Sempre ieri sera circa una quarantina di persone ha partecipato a Firenze, nel quartiere in cui si trova l'ex hotel Astor, a una fiaccolata organizzata per chiedere che la piccola Kataleya, chiamata Kata da parenti e amici, possa tornare a casa. Non era presente la madre Kathrina della bambina, che ha trascorso la notte al pronto soccorso dell'ospedale di Careggi dove era stata trasportata d'urgenza per aver ingerito una quantità, ritenuta non letale, di candeggina. La donna ora è fuori pericolo. Anche il padre di Kata, detenuto da marzo nel carcere fiorentino di Sollicciano per reati contro il patrimonio e furto domenica scorsa, appresa la notizia della sparizione della figlia, aveva ingerito del detersivo ed era stato sottoposto alla lavanda gastrica.
«Non denuncio, ma riportatemi a casa la bambina», ha detto. I magistrati nel frattempo indagano per il reato di sequestro di persona a scopo di estorsione, ipotizzando che la vicenda sia collegata al racket degli affitti dei posti letto nell'immobile occupato dove vive la famiglia. Al ritorno nell'ex hotel Astor occupato la madre ha ingerito un piccolo quantitativo di candeggina e si è sentita male: è stata portata in ospedale ma ora sta bene. Anche il marito, in carcere per furto, ha accusato un malore dopo aver bevuto detersivo domenica pomeriggio.
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