La ragazza italo-inglese con cui Alessandro Impagnatiello aveva una relazione non si fidava di lui, e per questo non lo aveva fatto entrare in casa sua dopo l'omicidio di Giulia Tramontano, di cui lei non era consapevole. Una decisione che potrebbe averle salvato la vita, perché il trentenne, dopo aver ucciso la fidanzata incinta, avrebbe potuto fare del male anche a lei.
«Lui insisteva perché lo facessi entrare» a casa, «ma io non ho voluto perché avevo paura (...) non sapevo che fine aveva fatto Giulia e di che cosa fosse capace». È il racconto delle ore successive all'omicidio di Giulia Tramontano, uccisa al settimo mese di gravidanza da Alessandro Impagnatiello, della ragazza con cui il barman, ora in cella, aveva una relazione parallela. Sabato della scorsa settimana, dopo aver accoltellato Giulia, «Alessandro ha iniziato a chiedermi di vederci. (..) Le sue richieste erano talmente pressanti - ha aggiunto - che mi ha accompagnato un collega a casa poiché anche loro erano preoccupati».
La giovane racconta dell'incontro avuto con la 29ennepoche ore dopo accoltellata. Giulia «mi ha detto che Alessandro non avrebbe mai visto il figlio e che a lei interessava solo il bimbo e la sua salute. Non sapeva se si fosse recata A Napoli dai suoi genitori ma sicuramente non voleva più vedere Alessandro. Sarebbe comunque tornata a Senago, dopo il nostro incontro, per parlare» con lui e «per lasciarlo», ha messo a verbale lo scorso 31 maggio la ragazza.
Con Giulia «abbiamo chiacchierato tranquillamente.Siamo state insieme un'ora circa, dopo di che lei è andata via. Il nostro incontro è stato veramente cordiale,tant'è che appena ci siamo viste ci siamo abbracciati per solidarietà femminile». La giovane, che aveva scoperto la doppia vita del barman, sabato della scorsa settimana,poco prima dell'omicidio, aveva dato appuntamento a Giulia per parlare, «perché eravamo entrambe vittime di un bugiardo».
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