Una bravata, la chiama qualcuno. Ma dietro quella challenge sconsideratache ha portato alla morte di Manuel Proietti, c'èun business da decine di migliaia di euro. Circa 200mila difatturato all'anno.
Tanto valgono i "TheBorderline", il gruppo di youtuber che da duegiorni è al centro delle cronache per l'incidente inLamborghini a Casal Palocco.È in corso, da parte dei carabinieri, unaperquisizione nell'abitazione di Matteo Di Pietro, il giovaneindagato per omicidio stradale per la morte di Manuel Proietti.L'attività istruttoria è svolta su delega dellaProcura di Roma.
Una perquisizione è stata disposta, a quantosi apprende, anche nella sede della società degli youtubercoinvolti nell'incidente di Casal Palocco dove ha perso la vitail piccolo Manuel. Nell'inchiesta aperta a piazzale Clodio, chevede iscritto il ventenne Matteo Di Pietro che fa parte del gruppodi youtuber TheBorderline, si indaga per omicidio stradale elesioni.
Accanto alle due auto l'ambulanza ferma, con le porteaperte, e una folla che tenta di aggredire i ragazzi che erano abordo del suv. Nel video, di cui l'Adnkronos è inpossesso, si vede in primo piano un componente del team«TheBorderline» camminare lento, di spalle, versoquella folla che sembra non riguardarlo. Con la destra impugna ilghiaccio che tiene incollato al volto, con l'altra stringeancora il cellulare con il quale fino a poco prima riprendeva lasfida. Indossa la maglietta del gruppo col quale stava facendo lachallenge già ripetuta in passato, che consiste nel rimanere50 ore di fila in macchina senza mai scendere. Nel video siintravede anche quello che sarebbe il padre di uno dei ragazzi, cheinterviene ma viene allontanato.
Alcuni testimoni, che hanno assistito alle scene di linciaggiodopo l'incidente, hanno raccontato dell'intervento deigenitori degli youtuber. «Abbiamo sentito cherassicuravano i figli - è incredulo Valerio, dirigentedell'asilo nido che frequentava Manuel, intervistato daRepubblica - e gli ripetevano che era stata solo una bravata, chesi sarebbe risolto tutto». Frasi alle quali,chi era presente, ha reagito infuriandosi.
«Erano due giorni che correvano comematti. Li abbiamo visti poco prima passare vicino al benzinaio, esparire in nemmeno un secondo, poi abbiamo sentito il boato».A Casal Palocco tutti continuano a ripetere che il suv Lamborghinidei The Bordeline che ha travolto la Smart il piccolo Manuel che haperso la vita, andava ad una velocità folle. E non riesconoancora a farsene una ragione. «Questa storia - dice uno degliabitanti - ci è arrivata addosso come unproiettile».
Quello che è successo, aggiunge unaltro cittadino, «poteva accadere ad ognuno di noi. Sequalcuno vedesse le telecamere capirebbe di cosa parliamo». Ein molti se la prendono anche con chi «ha affittatoquell'auto». Il pensiero principale di tutti,però, va alla famiglia del piccoloManuel.
Analisi sono in corso su cinquecellulari sequestrati ai ragazzi a bordo del suv Lamborghini dopol' incidente di mercoledì pomeriggio scorso a CasalPalocco a Roma in cui ha perso la vita il piccolo Manuel. I pm diRoma hanno conferito questa mattina l'incarico al consulentecon l'obiettivo di verificare la presenza nei dispositivi divideo e messaggi utili all'indagine per ricostruire quantoavvenuto. Nell'inchiesta aperta a piazzale Clodio e coordinatadal procuratore aggiunto Michele Prestipino, che vede iscritto ilventenne Matteo Di Pietro che fa parte del gruppo di youtuberTheBorderline, si indaga per omicidio stradale e lesioni. Laposizione degli altri ragazzi presenti in auto resta al vagliodell'autoritàgiudiziaria.
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