domenica 6 agosto 2023

«Mio figlio nato prematuro, i medici per 5 volte mi hanno detto di staccare la spina: ora sta benissimo»


 


I medici le avevano consigliato di staccare la spina


Lo hanno fatto per ben cinque volte, ma lei e suo marito, spinti dall'amore e dalla speranza che solo due genitori possono provare, non hanno mai mollato. La mamma e il papà del piccolo Jibreel non hanno mai mollato. E alla fina, hanno avuto ragione loro.



Sì, perché il loro bebè è nato prematuro. È rimasto nella pancia di Nicole solo 25 settimane e, una volta uscito pesava solo 800 grammi. Da lì è iniziato un calvario lungo 4 mesi fatto di terapia intensiva neonatale, tante paure e pochissime certezze. Tanto che i medici che fin da subito hanno preso in cura il piccolo più volte hanno chiesto alla mamma se volesse mollare.



Nicole Dib ha voluto raccontare la sua storia al Daily Mail, per infondere speranza a chi come lei e suo marito deve soffrire vedendo il proprio figlio ricoverato in terapia intensiva. «Non mollate mai, perché il mio Jibby ce l'ha fatta», racconta soddisfatta e con gli occhi in lacrime per la gioia, rivivendo gli ultimi quattro anni complicati.

La donna, di 32 anni, sapeva che il parto poteva avere delle complicanze.



La loro primogenita, infatti, è nata anche lei prematura, ma solo dopo due settimane di terapia intensiva neonatale l'hanno accolta nella loro vita.

Mai si sarebbero aspettati di vivere una cosa del genere. «Deo ammettere che dopo il cesareo d'urgenza, me lo hanno messo in collo per un istante e lì ho avuto paura. Più che un bambino sembrava un feto di quelli che si vedono nelle risonanze di routine. Era minuscolo e pesava pochissimo. Poi i medici lo hanno subito portato in un'incubatrice. I dottori, che sono stati dei veri supereroi, mi hanno chiesto 5 volte se volessi staccare la spina perché Jibby ha avuto molte complicanze, ma rispondere a una domanda del genere e in un momento così delicato non è per niente semplice. Io e mio marito, però, non abbiamo mai perso la speranza».



Nonostante le complicanze Jibby continuava a crescere sotto gli occhi vigili di mamma e papà che non lo hanno abbandonato un istante. «Non perdete mai la speranza, nonostante quanto vi sembri complicata la situazione. Quegli esserini minuscoli sanno essere fortissimi quando vogliono. Se avessi potuto contare anche io su un racconto del genere di una mamma che ha subito prima di me tanto dolore, avrei sicuramente trovato forze e speranze nuove. Ed è per questo che ho deciso di parlarne al mondo».




Dopo quattro mesi di terapia intensiva, Jibby è finalmente uscito dall'ospedale e i suoi genitori lo hanno potuto abbracciare. Ma il percorso di crescita del piccolo è stato tutto fuorché semplice. Un'emorragia riportata durante i mesi in terapia intensiva, che lo hanno portato quasi alla morte, ha indotto una paralisi cerebrale che ha reso i primi anni di vita del bambino un vero e proprio inferno. Ma anche in questo caso i due non hanno perso la speranza.



Ogni giorno si sono impegnati facendo fare esercizi di mobilità al loro bambino e, piano piano, hanno reso più forti i suoi muscoli. «Ha dovuto e dovrà ancora sottoporsi a molte cure, ma i progressi sono visibili a occhio nudo. Per anni ha dovuto camminare con un deambulatore e, adesso, invece ha solo due protesi alle gambe. Jibby sta bene è un bambino di quattro anni pieno di vitalità che ama il basket, sua sorella maggiore e socializzare e non possiamo che ringraziare i noi del passato che non hanno mai mollato. Tutti gli sforzi, adesso, sono ripagati dai suoi sorrisi e da quelle piccole grandi vittorie che il nostro campioncino ogni giorno conquista».

Nessun commento:

Posta un commento

Bambino di 4 anni si intrufola nell'asciugatrice mentre gioca a nascondino e resta intrappolato, nonna e zia lo trovano morto

Stava giocando a nascondino, come faceva spesso. Cercando il posto migliore in cui intrufolarsi, un bambino di 4 anni ha scelto di nasconder...