È un rebus che attende ancora risposte definitive la morte a soli 18 mesi del piccolo Bilal, un bimbo figlio di una coppia di origini serbe residente in Veneto, deceduto ieri sera all'ospedale di Portogruaro per un devastante trauma cranico, dovuto ad un'azione di schiacciamento.
Da cosa, al momento non è chiaro: probabilmente causata dal pneumatico di un'auto è la prima ipotesi avanzata dai medici legali. Ma quale auto sarebbe stata, in quale contesto, e chi ci sarebbe stato alla guida è una pagina delle indagini ancora tutta da scrivere.Perché le prime testimonianze dei familiari del piccolo, in comprensibile stato di shock, hanno dato un quadro non coerente con quello che si è aperto davanti agli investigatori: il bambino infatti, contrariamente all'ipotesi della 'caduta dall'alto' tratteggiata in un primo momento dai genitori, è rimasto ucciso in un 'incidente stradale' la cui natura è tutta da chiarire. Il trauma all'altezza della nuca, ha spiegato il medico legale, lascia pensare ad un chiaro schiacciamento da pneumatico, o comunque dovuto ad un veicolo.
La pista - una delle due formulate nei primi istanti della tragedia - non è dunque quella di un'auto pirata che avrebbe travolto Bilal in strada, fuori del cortile di casa. E neppure la caduta dall'alto, dal «cofano di un'auto», come raccontato da una nonna del bimbo. Gli sviluppi dell'indagine arrivati nel corso della giornata, soprattutto dopo che i carabinieri hanno acquisito la registrazione della telefonata fatta dai familiari del bimbo al 118, porterebbero ad escludere entrambe queste piste. Privilegiando, invece, l'ipotesi di un incidente stradale la cui vera natura va però ricercata in ambito familiare. Un evento fortuito, non doloso, legato a una disgrazia.
La Procura di Pordenone, competente per territorio su questa fascia di confine tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, ha comunque disposto l'autopsia, per avere dall'anatomopatologo risposte che sgombrino le nubi sulla dinamica: l'esame si terrà giovedì. Perchè la verità - sono convinti gli investigatori - andrà cercata in ambito familiare.
«Abbiamo disposto l'autopsia sul corpo del bimbo di 18 mesi per verificare la versione dei genitori della caduta dall'alto» ha detto innanzitutto il Procuratore facente funzioni di Pordenone, Maria Grazia Zaina che poi ha aggiunto: «il quesito specifico che abbiamo sottoposto al medico legale Antonello Cirnelli, incaricato dell'esame, sarà fondamentale. Abbiamo chiesto se c'è compatibilità tra la morte del piccino e la caduta dall'alto riferita dai familiari».
E oltre all'esame autoptico, ha proseguito il magistrato, «stiamo procedendo con tutti gli altri esami di tipo tecnico, coordinati dai Carabinieri». Rispetto alle gravissime ferite riscontrate sul bambino - che hanno provocato secondo i medici legali il cosiddetto sfacelo cranico - sarebbe quindi compatibile lo schiacciamento da parte di uno pneumatico o comunque di un veicolo.
In ogni caso, anche dopo l'acquisizione della chiamata di richiesta di soccorso al Suem e le prime testimonianze raccolte, è molto probabile che sia i genitori sia i familiari del piccolo presenti nell'abitazione di Mazzolada di Portogruaro, la frazione dov'è avvenuto l'incidente, siano risentiti.
Quando da Mazzolada è partita quella chiamata, verso le 18.30 di lunedì, gli operatori del 118 hanno cercato di dare tutte le informazioni utili sulle cose da fare prima dell'arrivo dell'autoambulanza. Tuttavia la mamma di Balil, disperata, non ha voluto attendere; ha caricato il figlioletto in macchina ed ha tentato una folle corsa all'ospedale. Una corsa purtroppo rivelatasi inutile.
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