Filippo Turetta tornerà in Italia nelle prossime.
Dalla Germania è arrivato il nulla osta all'estradizione. Verrà trasferito in carcere e dovrà affrontare un processo, per il quale rischia l'ergastolo. Decisivi, saranno le sue parole (avrebbe confessato l'omicidio nel momento dell'arresto) e l'autopsia sul corpo di Giulia. Secondo i primi report, forniti dal medico legale, la studentessa di Vigonovo sarebbe stata colpita con 26 coltellate. L'arma del delitto è un coltello da cucina lungo 12 centimetri.
Giulia, quando è stata ritrovata nel canalone del lago di Barcis, era «era prona e rannicchiata, nascosta in un anfratto roccioso, dieci metri sotto la strada», spiega il medico legale, riportato dal Corriere. Aveva sul corpo 26 ferite: «Al volto, al collo, alle braccia, alle gambe... riconducibili all’azione di una o più armi bianche. Dinamica omicidiaria volontaria perpetrata mediante plurimi colpi di arma bianca con tentativo di difesa da parte della vittima e successivo occultamento di cadavere». Secondo il medico sarebbe morta per «choc emorragico».
«Una perizia psichiatrica può essere utile per verificare cosa sia successo. È molto presto per pensarci, però è ovvio che se ce ne sarà bisogno la faremo. È un aspetto che va indagato perché nessuno finora aveva avuto alcun sospetto su Filippo, decritto come un giovane dedito allo studio e allo sport, un ragazzo d'oro che aiutava gli altri». Lo afferma Emanuele Compagno, legale di Filippo Turetta arrestato con l’accusa di omicidio volontario aggravato e sequestro di persona dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin.
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