«Ci ha rovinato la vita. È la nostra vergogna», ha detto uno dei sette fratelli di Luigi Leonetti, il 52enne che martedì pomeriggio ha ucciso la moglie Vincenza Angrisano nella casa in cui vivevano con i due figli piccoli, a Andria, e poi ha chiamato il 118 confessando il femminicidio.
Quella non sarebbe stata l'unica telefonata dopo aver accoltellato la moglie, con la quale nonostante avessero recentemente festeggiato i 14 anni di matrimonio i rapporti si erano deteriorati al punto da parlare di separazione. «Mi ha telefonato ma non ho risposto perché stavo lavorando. Chissà se l'aveva già uccisa», ha detto un altro fratello di Leonetti una volta arrivato sulla scena del crimine.
Nella notte Luigi Leonetti è stato sottoposto a fermo con l'accusa di omicidio volontario. Il 51enne si trova in carcere mentre sul corpo della donna sarà disposta l'autopsia. Secondo quanto ricostruito finora dai carabinieri coordinati dalla Procura di Trani, il delitto sarebbe avvenuto al culmine dell'ennesima lite tra la coppia. I due erano in casa con i loro figli quando l'uomo ha impugnato un'arma da taglio colpendo più volte al torace e all'addome la moglie senza lasciarle scampo. Sarebbe stato lui a chiamare il 118 confessando l'omicidio tra le urla dei figli.
Ironia del destino, l'ultimo post pubblicato su Facebook da Vincenza Angrisano porta la data del 25 novembre, ed è proprio per gridare basta alla violenza sulle donne. Lo dice attraverso le parole di Paola Cortellesi e il suo monologo ai David di Donatello 2018. Secondo quanto raccontato da una collega, la donna voleva cambiare casa ed era vittima dei maltrattamenti del marito.
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