Sabato scorso, 25 novembre, si è celebrata in tutto il mondo la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Una piaga senza confine e alla quale sembra impossibile mettere un argine se non attraverso la denuncia degli abusi, alle autorità competenti - in primo luogo - e attraverso gli strumenti di condivisione, così che la loro eco possa raggiungere quante più coscienze possibili.
Una denuncia piena di coraggio è arrivata negli ultimi giorni da Daniela, una ex lottatrice della Nazionale messicana, che ha reso pubbliche le conseguenze degli abusi subiti dal marito davanti alla loro bambina di quattro anni al grido di «sono cose che succedono, non normalizziamole». In un video diventato virale sui social network, Daniela López Mejía si è mostrata con il volto gonfio e tumefatto, dalle ferite ancora aperte e grondanti sangue. A ridurla in quello stato, l'uomo che aveva deciso di lasciarla, ma non prima di averle dato la lezione «che si meritava».
Attraverso i suoi canali social, la donna ha spiegato di aver già presentato una denuncia contro il suo aggressore, accusandolo di violenza familiare. L'uomo è un lottatore professionista di arti marziali miste (MMA) e proprietario di una palestra, nonché membro della México Combate League. Daniela López ha raccontato di non essere riuscita a evitare l'attacco, nonostante la sua esperienza nell'autodifesa, perché era «molto spaventata e non sapeva cosa fare o come reagire». Dopo aver chiesto aiuto e essere stata portata in ospedale, l'atleta ha trovato la forza di condividere la sua esperienza su Instagram. Nonostante i segni evidenti delle lesioni, i medici le hanno dato una diagnosi incoraggiante, assicurando che non ci fossero fratture agli occhi e che la sua vista non fosse in pericolo.
Accanto al video che racconta l'aggressione, Daniela López Mejía ha pubblicato una serie di foto che mostrano i danni subiti e ha ringraziato coloro che le hanno offerto il loro sostegno: «Non avrei mai pensato che sarebbe successo a me, ma è successo davvero. Quello che mi ha fatto è disumano, non gli importa che mia figlia fosse lì! (Nella stanza di fronte). Mi ha mollata e l'ultima cosa che mi ha detto è che questo è quello che mi meritavo». Per Daniela, che ha dichiarato di temere per la sua vita e quella di sua figlia, è immediatamente scattata la solidarietà del mondo sporitvo e non.
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